Enrico Fermi

Nato a Roma nel 1901, è considerato, dopo Galileo Galilei, il più grande fisico italiano di tutti i tempi.

Uno dei padri della fisica nucleare. Il suo impegno scientifico e le sue vicende personali si intrecciano drammaticamente con gli eventi della Seconda Guerra Mondiale, lasciando un'eredità intellettuale di grande attualità, che ancora oggi ci interroga sul complesso rapporto tra scienza e società. Dopo la laurea, Fermi si dedicò alla ricerca in fisica teorica e sperimentale, raccogliendo intorno a sé un team di giovani scienziati che si concentrò sullo studio del nucleo atomico. Per lo scienziato italiano, invece, l'apice della sua carriera scientifica coincise con la decisione di fuggire dall'Italia, ormai segnata dalle leggi razziali. Approfittò dell'occasione del viaggio a Stoccolma per il ricevimento del Premio Nobel per dirigersi a Copenaghen e salpare per New York. Negli Stati Uniti continuò la sua ricerca dedicandosi allo studio della fissione e costruì il primo reattore nucleare: la pila di Fermi. Qui aderì al Progetto Manhattan, il progetto di ricerca che portè alla costruzione della prima bomba atomica. Ripudiò però l'uso bellico dell'energia nucleare. Negli anni successivi, Fermi si concentrò sullo studio della fisica delle particelle elementari. Un impegno ricordato e celebrato anche attraverso il Fermi Gamma-ray Space Telescope: un potente telescopio spaziale a raggi gamma lanciato nel 2008 dalla NASA per esplorare fenomeni cosmici ad alta energia.